La Ferrari è arrivata a Silverstone ancora al secondo posto in classifica Costruttori, ma con una McLaren sempre più alle calcagna. Ciò che più preoccupa, però, è che la scuderia italiana appare in piena crisi di identità (tecnica). Il mantra di questi giorni mesti all’indomani del brutto GP di Austria – podio fortuito da quarta forza in pista – è stato “dobbiamo sbloccare il potenziale della monoposto”, una formula che ricorda in modo inquietante quel “dobbiamo capire” che ha accompagnato la Rossa negli ultimi cinque, sei, anni.
Insomma mentre gli altri crescono e stupiscono in bene, il Cavallino spera di non dover dichiarare come fallimentari i recenti sviluppi aerodinamici, quelli che sulla carta dovevano consentire alla Ferrari di rivaleggiare con la Red Bull, e che invece l’hanno fatta retrocedere ad ultimo dei quattro top team.
La McLaren è sempre più in palla, in fiducia, con una vettura che pare sposarsi perfettamente alle curve in appoggio di Silverstone, segno che la MCL38 è superlativa dal punto di vista aerodinamico. Maranello, invece, sta percorrendo la strada opposta, ed è stata costretta a sfruttare le prove libere per le prove comparative tra vecchia configurazione aerodinamica (con Leclerc) e quella nuova (con Sainz). Le prove libere, anonime, con una SF-24 non certo in palla, serviranno a decidere se fare un passo indietro e bocciare gli ultimi upgrade o continuare a lavorarci sopra.
Senza scivolare in discorsi tecnici che non competono a chi scrive, solitamente però questo genere di test comparativi fatti a metà mondiale sono un pessimo segnale, visto che evidenziano in modo chiaro una certa confusione tecnica. La Ferrari dopo aver messo in pista una vettura veloce ad inizio anno è ricaduta in una spirale di errori e di incertezze, rivedendo i fantasmi del recente passato.
Se gli aggiornamenti non funzionano significa che sono semplicemente sbagliati. Se funzionano ma non si integrano con la meccanica della vettura significa che la squadra non lavora bene. In ogni caso il team pare aver perso la bussola, procedendo a tentoni. E allora il pensiero riguarda anche il futuro a breve termine: sotto quali auspici nascerà la vettura 2025?
Ancora una volta, proprio quando le cose sembravano andare meglio, non c’è stato uno sviluppo coerente, la macchina regredisce a stagione in corso, molti tecnici sembrano in uscita, e il team principal Fred Vasseur ride sornione mentre si appresta ad entrare nell’occhio del ciclone.
Antonino Rendina