Da quando Liberty Media ha acquistato la Formula 1 e lo sport ha avuto il boom mediatico, i biglietti per le gare sono diventati un lusso. Un evento che dovrebbe essere un momento di gioia e di festa diventa quasi un sacrificio, e le persone sono costrette a fare rinunce altrove per acquistare un ingresso. Basta guardare al listino prezzi del Gran Premio di Monza: l’ingresso generale, il più economico, costava 50 euro al venerdì, 70 al sabato e 100 alla domenica.
Come ho potuto constatare sul campo, molte tribune erano vuote, al contrario dei messaggi mandati dai media. Fonti ufficiali dell’Autodromo hanno riferito che il numero dei biglietti battuti agli ingressi nel corso dei tre giorni è stato di 265.000, mentre le grafiche sullo schermo prima della partenza recitavano di 330.000. E ci sta fare degli errori di calcolo, ma non di 60.000 unità. A favori di telecamera, con delle tecniche molto all’italiana alcune tribune si sono riempite grazie alla persone che entrano di soppiatto, scavalcando i muri del parco oppure facendo degli “upgrade” illegali ai loro biglietti prato, e che hanno postato senza paura le loro peripezie sui social media.
Un altro dato che fa cascare le braccia, ma che a Liberty Media, in fondo, non interessa, era il numero di fan stranieri venuti in Italia. Non c’è assolutamente nulla di male nel dare il benvenuto a degli appassionati che sono ammaliati dalla magia di Monza e della Ferrari e decidono di aggiungere la tappa alle loro vacanze; la loro passione, il loro entusiasmo e la loro felicità erano davvero contagiosi. Alcuni di loro erano persone che non hanno la Formula 1 nel loro Paese, come irlandesi, svedesi o svizzeri, mentre altri erano “in trasferta” per godersi l’atmosfera. Eppure, fa pensare che ormai lo sport sia diventato un intrattenimento per ricchi, per persone che già si possono permettere vacanze costose e, quindi, quei soldi in più non sono un problema, mentre per gli italiani, che non sono nemmeno agevolati da eventuali cambi monetari, resta una grande spesa. E, purtroppo, la situazione non è destinata a cambiare nei prossimi anni.
fonte: Formula1.it News
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