Nel maggio del 2002, la Ferrari arriva in Austria per ipotecare un Mondiale sulla falsa riga dei precedenti, ovvero dominato da Schumacher.
Nessuna necessità
L’appuntamento di Spielberg era il sesto di quella stagione, eppure il tedesco si trovava già saldamente in testa al campionato, con due gare di distacco dal secondo classificato: Juan Pablo Montoya.
Sul tracciato austriaco, contro ogni pronostico, è Barrichello ad avere la meglio sul proprio compagno, sia al sabato che alla domenica (o quasi).
Nella fase finale della corsa, infatti, una voce interviene nelle comunicazioni radio del brasiliano. È quella dell’amministratore delegato della Ferrari, Jean Todt, che esclama: “Rubens, fai passare Michael per il campionato“.
Una richiesta totalmente superflua considerando il numero di Gran Premi disputati e l’evidente superiorità tecnica rispetto alla concorrenza.
Insomma, Barrichello non ha nessun motivo valido per rispettare tale indicazione, eppure lo fa: in uscita dall’ultima, a poche centinaia di metri dal traguardo, alza il piede dall’acceleratore e regala il successo al compagno.
Le scuse di Schumi e il rimpianto di Brawn
Il Kaiser farà del suo meglio per ringraziarlo sul podio, concedendo al brasiliano di salire sul gradino più alto. Il suo gesto costerà alla squadra 1 milione di dollari per una multa, ma era la cosa giusta da fare.
Dopo quindici anni, Ross Brawn – direttore tecnico della Ferrari all’epoca – ha ricordato così quel momento: “Ripensandoci adesso, quello che è successo a Spielberg nel 2002 è stato chiaramente un errore”.
“Se potessimo rifare quel Gran Premio, non potrei accettare di ripetere quello che è successo quel giorno”, ha poi aggiunto. Chiaramente, com’era facile intuire, quella scelta non avrà alcuna ripercussione sul Mondiale stravinto da Schumacher a luglio e con sei gare d’anticipo; ma questa è un’altra Storia (di Formula 1).
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fonte: Formula1.it News
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