Jules Bianchi è stato pilota ufficiale di Formula 1 nelle stagioni 2013 e 2014, fino a quel tragico incidente del 5 ottobre di quell’anno a Suzuka, che ha stroncato la sua carriera (e la sua vita) troppo presto.
Il tragico destino di Bianchi
Il francese è sempre stato un ragazzo dal cuore d’oro, come tante volte ha sottolineato il suo amico d’infanzia, nonché “erede“ in Ferrari, Charles Leclerc.
Jules, così come Charles, aveva un sogno: quello di gareggiare in F1 indossando la tuta Rossa, la più prestigiosa e ambita di sempre.
A quel sogno Bianchi si è avvicinato sempre di più, fino a quando non gli è stato brutalmente negato dal destino, che purtroppo aveva altri piani per lui.
Il 5 ottobre del 2014, sul circuito di Suzuka, va in scena il GP del Giappone. Le condizioni meteo, però, sono veramente al limite, se non oltre.
Ebbene sì, perché la visibilità è ridotta ai minimi termini, come conseguenza dell’enorme quantità d’acqua che casca dal cielo e bagna il tracciato nipponico.
Il pilota della Force India Adrian Sutil è protagonista di un impatto contro le barriere per aquaplaning (ovvero per aver perso il controllo della sua vettura per la troppa acqua in pista).
Per recuperare la monoposto numero 15 è necessario l’intervento di un mezzo di soccorso, più precisamente di una gru mobile.
Nel passaggio successivo, una Marussia si schianta violentemente contro di essa: è la macchina di Jules Bianchi.
Pilota francese cresciuto nella Ferrari Driver Academy, Jules era considerato tra i migliori talenti della nuova generazione dell’epoca in Formula 1 (quella che comprende Ricciardo, Pérez e Hulkenberg, per intenderci).
Quella maledetta gru porrà fine alla carriera (e alla vita) di Bianchi all’età di 25 anni. Il risultato dell’impatto contro il mezzo, infatti, è un calvario lungo circa 9 mesi di coma, a seguito di un ematoma celebrale.
Calvario che terminerà, per tutto il dolore del mondo della Formula 1, con la peggiore delle eventualità: la morte.
I piloti di Formula 1 ricordano Jules Bianchi dopo la sua scomparsa, GP d’Ungheria 2015
Il ricordo
Il destino ha tolto al motorsport, alla F1 e alla Ferrari uno dei più grandi talenti in pista e un fantastico essere umano fuori.
Tutte le più grandi figure del paddock lo hanno ricordato con delle belle parole. Sebastian Vettel, ad esempio, gli ha dedicato un team radio al termine della vittoria del GP d’Ungheria del 2015, il primo disputato dopo la scomparsa di Bianchi, dichiarando: “Jules, questa vittoria è per te. Sappiamo tutti che, prima o poi, avresti fatto parte di questa squadra [la Ferrari, ndr]”.
Jean Todt ha, invece, identificato in Charles Leclerc il suo “erede“, colui che “ha la missione di fare ciò che Jules avrebbe fatto“.
Insomma, una perdita che ha lasciato il segno nella Formula 1, sia dal punto di vista sportivo che – soprattutto – da quello umano.
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Foto interna twitter.com
fonte: Formula1.it News
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