Finalmente questo fine settimana torneranno in azione le monoposto di Formula 1 e, per la prima volta dopo cinque anni di assenza, si tornerà a correre sul circuito di Shanghai. L’ultima apparizione della Cina all’interno del calendario della categoria è infatti stata nel 2019, prima della pandemia di Covid-19. Adesso che però le restrizioni sono completamente state eliminate, i piloti torneranno a darsi battaglia sul suolo asiatico.
Tutte le 16 edizioni si sono svolte sul Circuito Internazionale di Shanghai, progettato da Hermann Tilke, il cui profilo si ispira vagamente al carattere cinese “shang”, che significa “in alto”. Il tracciato, lungo 5,451 chilometri, vanta 16 curve, molte delle quali molto lente, come ad esempio il tratto che attraversa le curve da 1 a 3 e da 6 a 14, mentre altre sono ad alta velocità, come le curve 7 e 8. Ci sono due lunghi rettilinei, entrambi utilizzati come zona DRS, uno sul rettilineo di partenza e l’altro sul rettilineo di ritorno lungo più di un chilometro, dalla curva 13, che è leggermente inclinato verso la curva 14.
In base alle simulazioni e ai dati del passato, gli pneumatici sono sottoposti a forze laterali e longitudinali che rientrano nella categoria media, con la parte esterna dello pneumatico, soprattutto sul lato sinistro della vettura, che si usura maggiormente. Il trio di mescole scelte in inverno per Shanghai si colloca nella fascia media, con la C2 come Hard, la C3 come Medium e la C4 come Soft. Nominalmente, si tratta della stessa selezione del 2019, ma lo scenario è molto diverso. Cinque anni fa erano ancora in uso i pneumatici da 13 pollici, montati sulla precedente generazione di auto, che aveva un fondo piatto e un’aerodinamica completamente diversa da quella attuale. Di fatto, per i piloti, i team e la Pirelli, si tratta di ripartire da zero, visto che i riferimenti sono molto vaghi.
A complicare ulteriormente il tutto ci sarà anche la Sprint Race, il che modificherà in modo sostanziale il weekend di gara. Invece delle classiche tre sessioni di prove libere infatti se ne disputerà solamente una prima di andare in qualifica e anche in parco chiuso.
ll formato Sprint comporta anche una diversa assegnazione degli pneumatici da asciutto, che passano da 13 set a 12 (due Hard, quattro Medium e sei Soft), mentre il numero di set da bagnato rimane invariato (cinque Intermediate e due Extreme Wet). Il mese di aprile a Shanghai può registrare un netto cambiamento delle temperature, con variazioni di circa 10 °C, che aggiungono un’altra variabile al puzzle che i team e i piloti devono comporre. Di solito, il Gran Premio di Cina è una gara a due soste, in parte perché ci sono diversi punti in cui è possibile sorpassare, come la frenata alla curva 14 e poi sul rettilineo principale e la frenata alla curva 6. Come a Suzuka, anche a Shanghai l’undercut è solitamente molto efficace.
Dei venti piloti presenti in griglia il più vincente sul tracciato di Shanghai è Lewis Hamilton che all’attivo ha sei primi posti, oltre a sei pole position. Parlando invece dei team, in testa alla classifica c’è appunto la Mercedes con sei vittorie, segue subito dietro la Ferrari con quattro, mentre la Red Bull ne conta solamente due, di cui la prima arrivata nel 2009 grazie a Sebastian Vettel.
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fonte: Formula1.it News
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