L’ex pilota di Formula 1 Robert Kubica è stato recentemente intervistato durante il podcast Gurulandia. Il polacco, durante la lunga chiacchierata ha affrontato diversi arogmenti per lui molto importanti, tra cui i due grandi incidenti che ha avuto durante la sua carriera sportiva. Di seguito vi riportiamo le sue parole riguardo quanto accaduto nel 2007 in Canada.
Il retroscena dell’incidente
Robert Kubica ha iniziato la sua chiacchierata parlando dell’incidente avuto in Canada dicendo: “Quella è stata una bella botta. Lì se tu rivedi anche adesso le immagini dici ‘Come c***o è possibile?”
Il polacco ha poi risposto alla domanda dei due intervistatori riguardo la paura dicendo: “Quando guidi sei talmente concentrato su quello che devi fare che non c’è spazio per nessun’altra emozione o paura. Secondo me tutti gli sportivi quando sono al massimo della loro forma e stanno dando realmente il 100% del loro potenziale sono come un robot”.
“Io dico sempre che l’incidente del 2011, quello grosso che ho avuto con la macchina rally, mi ha cambiato come persona facendomi diventare più emotivo. Io mi reputo pre incidente una macchina, ero programmato, ma non so se sono solo io, però posso dire quello che vivevo io. Nessuna paura”.
“Nella vita è come una cosa molto positiva perché quando vivi le emozioni e le controlli sei una persona più forte, e comunque è naturale viverle ed essere consapevoli e avere padronanza di te stesso, però, a certi livelli, come ad esempio nel paddock di formula 1, è come se tu fossi un piccolo pesce accerchiato dagli squali che ti vogliono mangiare, specialmente all’inizio perché arrivare in Formula 1 è estremamente difficile, ma rimanerci lo è ancora di più”.
Kubica continuando il racconto ha poi detto: “Mia mamma alla fine ha vissuto di tutto e di più. Secondo me io gli ho fatto vivere un periodo della vita bruttissimo per me, ma per loro molto peggio. Nel 2007 non si sapeva niente, perché se tu guardi le immagini dici ‘Questo si è spappolato in mille pezzi’. La verità è che mi ha dato più noia l’elicottero per andare in ospedale, che l’incidente”.
“Il primario appena mi vide mi disse: ‘Come va?’, e io: ‘ Ho un po’ male al piede. Tutto ok’. Faccio tutti i raggi x e mi disse che bisognava rifarli. Una volta rifatti mi dice: ‘Non hai niente, ti teniamo in osservazione per sicurezza ma se non avessi visto le immagini dell’incidente ti avrei fatto già uscire. Durante la notte poi mi hanno poi fatto ulteriori test e a mezzogiorno del giorno dopo ero già a mangiare al ristorante”.
Il polacco ha poi dichiarato: “La fortuna è stata che io ho spiccato il volo. Mi sono toccato con Jarno Trulli, l’ala è andata sotto e quindi mi ha alzato le ruote anteriori e dunque anche se giravo il volante la macchina andava dritta , esco dalla pista, tocco la via di fuga e praticamente questa mi lancia in aria, ma fortunatamente la forza dell’impatto si è distribuita sotto la vettura”.
“Finché ti cappotti con la macchina, può essere anche l’incidente più spettacolare di tutti, ma le forze diminuiscono man mano che rotoli. Il peggio che può succederti è quando ti schianti dopo una botta secca, quello che purtroppo è successo a Jules Bianchi a Suzuka“.
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Foto copertina twitter.com
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fonte: Formula1.it News
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